La ‟Buona Scuola” può attendere?
di Lorenza Patriarca (Dirigente Scolastica dell'I.C. Tommaseo di Torino)
Da anni ci eravamo abituati ai tagli di risorse e di personale. Ogni Riforma portava con sé nuove riduzioni di organico e di finanziamenti. Questa volta tutto sembrava diverso. Il Presidente del Consiglio in persona, anziché il Ministro di turno, si attribuiva la paternità della nuova Riforma che si chiamava “La buona scuola” e il sottotitolo con cui era presentata alle consultazioni recitava “Per far crescere il Paese”. Non si parlava della scuola per evidenziarne problemi e disfunzioni, ma si enfatizzava l’importanza dell’istruzione come fattore di sviluppo sociale.
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Costruire significatività nella scuola
di Laura Emanuel
La scuola è il luogo dove può orientarsi e maturare la significatività del divenire cittadino, è il luogo in cui possono confluire e declinarsi culture differenti superando stereotipi e pregiudizi. La scuola può essere un ambiente in cui costruire cittadinanza, ma richiede un grande cambiamento culturale e metodologico, prima di tutto nella formazione e nella valutazione degli insegnanti. L’insegnante dovrà operare secondo principi di responsabilità sociale, di equità e rispetto della diversità, di interculturalità e pari opportunità. Tale dovere deve essere oggetto di osservazione e valutazione da parte di coloro che concorrono agli stessi principi e obiettivi, ovvero tutta la comunità educante.
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Didattica della storia - NEGLI ABISSI DEL TEMPO: LA PREISTORIA (4)
di Lia Ferrero
L’uomo venuto dal ghiaccio
Riteniamo utile ai fini didattici concludere la breve e sintetica panoramica sulla Preistoria contenuta nei numeri precedenti presentando un personaggio vissuto circa cinquemila anni fa, noto col nome originario di Uomo o di Mummia del Similaun. Il suo ritrovamento è una fonte preziosa di conoscenze e di ipotesi sulla vita che si svolgeva in una vallata e in un versante montano della Val Senales, tributaria della Val Venosta in Alto Adige.
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Il telefono a muro
di Valeria Amerano
Si teneva un piccolo consiglio di famiglia per decidere dove piazzarlo, in genere nell'ingresso, nel luogo meno indicato, a ben vedere, perché la tromba della scala avrebbe fatto da amplificatore alle conversazioni più concitate. Ma l'ingresso di un appartamento, in tempi in cui s'ignorava l'open space o il living, era anche il posto più facilmente raggiungibile da qualsiasi stanza e vicino alla porta di accesso, per arrivare in fretta a rispondere sentendo il trillo imperioso dall'ascensore. Parlo del telefono a disco fissato al muro, non già del modello più moderno poggiato a tavolino, dov'era consentito parlare più a lungo accomodati su una poltroncina.
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Nuova Vita Magistrale (485 - mazo 2016)
Si rende disponibile in allegato il numero 485 del notiziario associativo uscito nel mese di marzo 2016.
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