19 mar. 2020 - Valeria Amerano
Ricordando l’importanza della formazione in servizio per tutto il mondo della scuola, Camera osserva che nella realtà essa non sempre si realizza. Un tempo affidata alle Direzioni Didattiche con l’istituzione di un fondo da utilizzare per l’aggiornamento annuale dei docenti, con rigorose rendicontazioni, oggi l’aggiornamento è essenzialmente affidato alla card da 500 euro annui assegnata a ciascun docente per l’acquisto di corsi o altri materiali didattici. Risulta però, da una inchiesta giornalistica, che il 70% delle somme erogate non verrebbe spesa per corsi o libri. Di qui la discutibilità di una prassi che avrebbe bisogno di qualche ritocco.
Ferrari sottolinea come gli eventi epidemici in corso, e la conseguente chiusura delle scuole, obblighi la scuola a reinventarsi, a cercare nuovi strumenti e modelli attraverso cui costruire la sua identità. Gli insegnanti sono chiamati a interpretare questo nuovo ruolo con riflessioni e azioni in grado di raggiungere e coinvolgere gli studenti e le famiglie.
Il supporto della tecnologia non dovrà infatti limitarsi ad essere una fonte di istruzioni e informazioni che l’alunno si troverà poi a rielaborare da solo, poiché la scuola non potrà perdere la sua capacità di garantire ascolto e comprensione.
Sotto il titolo di Tommaseo Amarcord si raccoglie una rassegna di vividi ricordi presentati da Bruno Manfredi, tratti dal prezioso archivio appartenuto al padre, Mario Manfredi, e ora generosamente messo a disposizione della nostra Associazione per approfondimenti storici, consultazioni e curiosità. Ne emerge la storia di una Associazione vivacissima, non solo dal punto di vista culturale ma intraprendente e creativa anche nell’impiego del tempo libero.
Nella ricerca dei personaggi cui sono dedicate le scuole della nostra città, Revelli si occupa in questo numero di Sibilla Aleramo, cui è intitolata una elementare sorta nel 1960 nel quartiere Lucento. Nata ad Alessandria nel 1876 in una famiglia benestante, manifestò giovanissima interesse alla difficile condizione femminile e alle disagiate situazioni economiche degli operai, che aveva modo di osservare nella fabbrica diretta dal padre. Vittima di una violenza, approdò ad un matrimonio riparatore. Trovò nell’impegno letterario il modo di affrancarsi e promuovere l’emancipazione delle donne.
Promosse l’istituzione di scuole femminili festive e serali; nel 1906 pubblicò il romanzo autobiografico “Una donna”, una aperta e appassionata denuncia della grettezza dell’ambiente sociale che aveva conosciuto col matrimonio. Lasciato il marito, frequentò intellettuali e poeti conducendo una vita intensa ed errabonda, ispirata sempre, come i suoi numerosi scritti, dalla passione che la animava.
E’ ancora Revelli a firmare un articolo su Edgar Morin a proposito del suo saggio: “La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero” (Raffaello Cortina Editore). Morin riprende e sviluppa il pensiero del filosofo e politico francese del '500 Michel Montaigne il quale affermava riguardo alla formazione e al nozionismo: “E’ meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.
Il nostro notiziario si conclude con il consueto Quadrante Normativo, che illustra termini e scadenze per il personale direttivo, docente e amministrativo.
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