Didattica della storia - NEGLI ABISSI DEL TEMPO: LA PREISTORIA (4)

di Lia Ferrero

L’uomo venuto dal ghiaccio

Riteniamo utile ai fini didattici concludere la breve e sintetica panoramica sulla Preistoria contenuta nei numeri precedenti presentando un personaggio vissuto circa cinquemila anni fa, noto col nome originario di Uomo o di Mummia del Similaun. Il suo ritrovamento è una fonte preziosa di conoscenze e di ipotesi sulla vita che si svolgeva in una vallata e in un versante montano della Val Senales, tributaria della Val Venosta in Alto Adige.

Nel settembre del 1991, in una conca rocciosa ai piedi del ghiacciaio del Similaun, al confine tra l’Austria e la Val Senales, fu scoperto accidentalmente nel ghiaccio di fusione un corpo umano che si era conservato per più di 5.000 anni.
Quello che ora è conosciuto come “l’uomo venuto dal ghiaccio” è uno dei reperti umani più famosi del mondo, equiparabile per certi aspetti alle mummie dell’antico Egitto. La sua eccezionalità deriva dal fatto di essersi conservato a partire dal IV millennio a.C. con una parte dei suoi indumenti e del suo equipaggiamento, per quanto sia stato colto da morte accidentale e non sia stato pertanto regolarmente sepolto.

Le ricerche sono state condotte da scienziati appartenenti alle più diverse discipline, in un primo tempo presso l’Istituto di Anatomia di Innsbruck, successivamente presso il laboratorio del Museo Archeologico di Bolzano. In effetti, dopo circa sei anni dal suo ritrovamento, il corpo dell’ Uomo del Similaun fu trasferito da Innsbruck a Bolzano, dopo che le autorità austriache riconobbero che il valico della Tisa, luogo esatto del ritrovamento, si trovava in territorio italiano. In 25 anni tali ricerche hanno dato luogo ad un complesso organico di conoscenze su un periodo – quello del tardo neolitico e del primo diffondersi della scoperta e della fusione del rame – che rimaneva per certi aspetti in ombra rispetto a quella che fu denominata la rivoluzione neolitica.

All’uomo venuto dal ghiaccio fu dato il nome di Oetzi, desunto dalla valle austriaca dell’Oetztal dove le comunità della Val Senales a cui egli apparteneva pascolavano in estate le loro greggi. Egli era verosimilmente un uomo di rango, forse il capo di un clan o di un villaggio, forse un proprietario di greggi che rappresentavano allora un capitale di ingente valore.
Il mistero non chiarito della sua morte avvolge di fascino la sua figura e attira senza alcun dubbio l’interesse di un bambino di circa 8 anni. Inoltre l’attenzione anche minuziosa a certi dettagli della sua costituzione fisica, dell’abbigliamento e dell’equipaggiamento che gli hanno consentito, anche se per breve tempo, la sopravvivenza in un habitat inconsueto e inospitale, offrono spunti preziosi di riflessione sui modi e sulle condizioni di vita di una vallata alpina che si apriva al transito di uomini e di merci, mettendo in comunicazione L’Europa Centrale con quella Mediterranea

Il tema si presta in modo particolare all’applicazione di quel metodo di ricerca-scoperta al quale si ispira l’impostazione didattica delle puntate precedenti. Sulle notizie che vengono fornite si può innestare una serie avvincente di ipotesi da vagliare, di dilemmi da chiarire, di inferenze da trarre, di contraddizioni su cui riflettere.
Pertanto si raccomanda all’insegnante di seguire e di coordinare con ogni cura tale lavoro di ricerca e di riflessione in classe, stimolando più che mai negli allievi la capacità di costruire percorsi di elaborazione concettuale attraverso il confronto, la discussione, il problem-solving.

Al termine di un percorso sulla Preistoria si ritiene che un bambino di terza, opportunamente guidato, possa essere in grado di affrontare aspetti di una certa complessità e problematicità, purché in un contesto classe ricco di stimoli, di suggestioni, di apporti reciproci, di apertura e di interesse alla discussione.

Il ritrovamento di Oetzi

Il primo spunto di ricerca non può non riguardare la precisa collocazione del ritrovamento di Oetzi:

Cercate su un atlante la Val Senales, una valle secondaria della Val Venosta in Alto Adige

:: Quale fiume scorre in Val Venosta?
:: A qule altro fiume si congiunge? Presso quale città?
:: La conca in cui fu ritrovato il corpo di Oetzi si trova a 3.210 metri sul livello del mare. Che cosa significa questa espressione?
:: E’ facile, a vostro parere, stabilire esattamente a quell’altezza dove passi il confine tra Italia e Austria? Se no, perché?

Quando iniziarono gli esami sul corpo di Oetzi, si pensò in un primo tempo che si trattasse di un alpino o di un alpinista caduti recentemente e solo in un secondo tempo ci si rese conto che si trattava di un uomo di circa 5.000 anni. Il suo corpo si era congelato all’interno della coltre di ghiaccio che lo aveva ricoperto per interi millenni e si era come essiccato, ma non era ridotto a uno scheletro: infatti conservava in gran parte i muscoli, la pelle, i capelli, i denti, gli occhi…

:: La posizione di Oetzi che emergeva da una coltre di ghiaccio in fusione non era naturale, come se una forza esterna l’avesse fatto ruotare a lungo verso il basso. Provate a pensare in che cosa consiste questa forza, sapendo che i ghiacciai non stanno fermi, ma……………
:: Oetzi aveva lunghi capelli di color castano scuro, caduti per l’azione del ghiaccio e del vento, ma ritrovati presso il suo corpo. Quando morì, ci dicono gli studiosi, egli aveva circa 46 anni, ma appariva come un uomo anziano: perché, a vostro parere?

Il suo abbigliamento

Oetzi giaceva bocconi. Per questo motivo i frammenti del suo vestiario si sono conservati solo sul petto e sull’addome, mentre altri frammenti che coprivano la schiena sono stati spazzati via dal vento o si sono trovati sparsi nella conca in cui giaceva. Con un lavoro lungo e minuzioso gli studiosi sono riusciti a ricomporre i vari capi che indossava: un berretto, una sopravveste, un paio di gambali, un perizoma e un paio di scarpe.
:: Il berretto è fatto di pelliccia di orso bruno: che cosa vi dice questo fatto? Oetzi praticava forse la……………….
:: La sopravveste, i gambali e il perizoma (informatevi: che cos’è?) sono fatti di pelle di capra domestica. Oetzi viveva dunque abitualmente sulle montagne o non piuttosto……………...?
:: L’abbigliamento è completato da una sorta di mantello confezionato come una stuoia di steli di un cereale coltivato nelle valli alpine e intrecciati fra loro. A che cosa poteva servire?
:: Le calzature erano imbottite di fieno: a che scopo?

Ecco la ricostruzione del corpo e dell’abbigliamento di Oetzi, fatta scrupolosamente secondo gli studi a lungo condotti. La si può trovare, insieme a tutti gli altri reperti che lo riguardano, presso il Museo Antropologico di Bolzano.

Otzi

Armato fino ai denti

armi di Otzi

Osservate attentamente la fotografia del pugnale

:: E’ di pietra o di metallo?
:: Vi appare rozzamente scheggiato o ben levigato?
:: Come si inseriva nel manico di legno?
:: Che uso poteva farne Oetzi?
:: Che cosa rappresenta l’oggetto alla sua sinistra? Di che materiale può essere fatto?

Gli studiosi hanno scoperto che la pietra di selce, dura ma adatta ad essere scheggiata, proveniva dai Monti Lessini, che sorgono a sud-est del Lago di Garda.

:: A quei tempi la distanza tra la Val Senales e i Monti Lessini era lunga o breve?
:: Osservate la carta: a vostro parere, era facilmente percorribile?

frecce

Osservate ora le frecce, che di norma erano inserite in una sacca di pelle rettangolare, la faretra.

:: Di che materiale è la punta della freccia qui riprodotta? E il manico?
:: Le frecce venivano scagliate mediante un arco fatto con un ramo d’albero che non è stato ritrovato e che doveva essere lungo e flessibile: perché?
:: Che cosa mancava all’arco per poter funzionare?
:: In realtà la …….………… è stata trovata avvolta nella faretra.
:: Solo alcune frecce erano già ultimate; le altre erano ancora incomplete: questo vi dice che a fabbricarle era……..……….

ascia

E infine osservate l’ascia. Rispetto alle altre armi essa aveva una particolarità: era di rame ed era unita a un manico di legno attraverso alcuni legamenti di cuoio. A quei tempi il rame era un metallo talmente raro e difficile da lavorare, che solo le persone più ricche potevano permettersi di possederlo.

Questo vi dimostra che Oetzi poteva essere

:: un semplice montanaro
:: un capotribù o un ricco possidente
:: L’ascia gli serviva certamente come arma: contro chi, secondo voi?
:: Ma poteva servirgli anche per abbattere alberi: quando e perché avrebbe dovuto farlo?

Cibo ed equipaggiamento

Gli studiosi sono persino riusciti ad esaminare l’interno dello stomaco di Oetzi, perfettamente conservato nel ghiaccio: hanno così stabilito che l’ultimo suo pasto consisteva in una purea di farro e in carne di stambecco essiccata.

Il farro è:

:: un cereale simile al grano
:: un tubero simile alla patata
:: un legume simile al fagiolo
:: Viene usato ancora oggi?
:: Viene coltivato in alta montagna o nelle valli e nelle pianure ben soleggiate?
:: Fate qualche ricerca sullo stambecco
:: La carne di stambecco poteva conservarsi fresca per un lungo periodo?
:: Dove poteva essere stata essiccata? In alta montagna o al sole di una vallata?

I resti del cibo consumato da Oetzi contenevano schegge di legno bruciato in focolari all’aperto, pietruzze, frammenti di ossicini. Il suo stomaco doveva essere molto robusto; in compenso i denti erano molto consumati per un uomo della sua età.
E ora una curiosità: Oetzi portava con sé in una sorta di marsupio contenente una serie di piccoli oggetti - tra cui una reticella par la cattura degli uccelli, due recipienti cilindrici porta-brace di corteccia di betulla, delle stringhe di pelle legate a un cappio, degli aghi d’osso e una sorta di farmacia domestica comprendente tra l’altro dei funghi che crescono sui tronchi delle betulle. Questi sono stati usati per secoli nelle vallate alpine per le loro proprietà curative: sono emostatici e antibiotici e inoltre servono a combattere i parassiti intestinali di cui Oetzi soffriva.

:: Che cos’è un emostatico?
:: Che cosa significa il termine “antibiotico”?
:: Quali possono essere i più comuni parassiti intestinali?

Dove viveva abitualmente Oetzi?

Gli esperti si sono posti a lungo questa domanda, ma a tutt’oggi non hanno trovato una risposta sicura e attendibile. Tutta una serie di elementi ci fanno capire che egli non vivesse stabilmente sulle montagne e men che meno a 3.200 metri d’altezza dove è stato ritrovato.

La storia del nostro uomo incomincia ad assumere qui un alone di mistero: possono essere formulate delle ipotesi, ma nessuna di queste può essere validata con certezza.

Il compito del docente diventa pertanto quello di proporre ogni singola ipotesi e di farla vagliare alla luce degli elementi sicuri o quanto meno probabili della vicenda; per quanto riguarda gli alunni, essi sono indotti a svolgere l’affascinante compito di investigatori, non tanto lavorando di fantasia, quanto piuttosto ponderando ogni possibile risposta alla luce di principi di logica e di probabilità.

Il cibo che Oetzi aveva mangiato poche ore prima di morire vi fa capire che egli

:: viveva abitualmente in alta montagna
:: viveva abitualmente in una valle alpina

Gli abiti che indossava erano quasi tutti di pelle di animali che vivevano

:: allo stato selvaggio
:: in una fattoria

La sua mantella era fatta di fibre di vegetali che venivano coltivati
:: sulle nevi dei ghiacciai
:: nei campi soleggiati del fondovalle

La selce del suo pugnale proveniva
:: dalle rocce del Similaun
:: da monti a sud della Val Senales, i Monti…………………

Il rame della sua ascia poteva essere stato fuso
:: in alta montagna
:: nel fondovalle

Un altro elemento importante per capire dove egli vivesse abitualmente riguarda i pollini che Oetzi aveva inghiottito insieme ai cibi e che sono stati trovati nel suo stomaco.

Documentati: che cosa sono i pollini?

Uno di questi appartiene alla carpinella, un albero simile alla betulla che si trova quasi esclusivamente il Val Senales.
La Val Senales dovrebbe dunque essere il luogo in cui Oetzi viveva abitualmente. Ma esistono in Val Senales resti dell’età neolitica? Gli scavi eseguiti hanno portato alla luce i resti di un antichissimo insediamento nel punto in cui la Val Senales si congiunge alla Val Venosta: potrebbe essere questo il villaggio in cui Oetzi trascorse buona parte della sua vita?

Ma allora, chi era Oetzi?

Il mistero a questo punto si infittisce: gli studiosi non sono in grado di fornirci delle risposte certe e si limitano a formulare anche questa volta delle ipotesi.

:: Provate voi a vagliare le ragioni a favore o contro ciascuna di esse.

Oetzi poteva essere un ricco proprietario di campi e di bestiame.
:: Ma in questo caso perché sarebbe salito sulla montagna? Era primavera inoltrata e i contadini in quella stagione hanno il loro da fare: a quali lavori potevano dedicarsi a quei tempi?

Oetzi poteva essere un guerriero.
:: Armato lo era e, a quei tempi, altre armi sembra non esistessero.
:: Ma che cosa poteva fare un guerriero a quell’altezza, anche se presso un valico?
:: Che cos’è un valico alpino?
:: Chi avrebbe avuto interesse a oltrepassare un valico che mette in comunicazione due versanti montani?
:: Ma il valico era isolato ed era poco importante. Sarebbero dunque serviti dei guerrieri di guardia in quel punto?

Oetzi poteva essere un mercante.
:: Era possibile che dei mercanti cercassero di attraversare le montagne per barattare le loro merci?
:: Ma la mercanzia che Oetzi aveva con sé era sufficiente per un baratto?
:: Inoltre egli si sarebbe privato di oggetti e di strumenti per lui indispensabili: quali in particolare?

Oetzi poteva essere un cacciatore.
:: E’ vero che le armi che portava potevano anche servire per la caccia, ma non aveva con sé traccia di selvaggina.
:: Che cos’è la selvaggina?
:: La selvaggina poteva vivere a un’altezza dove non vi era più bosco ma soltanto neve e ghiaccio?

Oetzi poteva essere un cercatore di minerali.
:: Gli studiosi hanno scoperto che i polmoni di Oetzi erano anneriti dal fumo, proprio come lo erano quelli di coloro che erano soliti fondere i metalli.
:: Forse egli era un cercatore di rocce che contenevano dei minerali, come ad esempio il…………… . (pensate alla sua ascia)
:: Ma in questo caso i suoi polmoni sarebbero stati anneriti dal fumo?

Oetzi poteva essere un proprietario di greggi.
:: I pastori della Val Senales erano soliti in estate portare a pascolare i loro greggi nella valle dell’Oetztal, ai piedi del Ghiacciaio del Similaun, sul versante dell’Austria.
:: E’ possibile, secondo voi, che Oetzi sia stato assalito mentre cercava di raggiungere i pascoli dell’altro versante attraversando con il suo gregge un valico di montagna?
:: Fra tutte le ipotesi che sono state formulate quale vi sembra la più probabile?

Il mistero della sua morte

Oetzi morì dissanguato a causa di una ferita provocata da una freccia che lo aveva colpito alla scapola sinistra ed era penetrata profondamente nella carne.

:: Cercate sul dizionario: che cos’è la scapola?
:: Oetzi era dunque stato colpito
- di fronte
- di spalle

L’asta della freccia non è stata ritrovata: forse si è persa nel ghiaccio; Oetzi aveva cercato di estrarre la freccia dalla sua carne, ma la cuspide di selce è stata ritrovata nel suo corpo. Non era riuscita a ledere il polmone, ma la ferita lo aveva fatto soffrire parecchie ore prima di farlo morire.

Chi poteva essere il suo assassino? Perché lo avrebbe aggredito? Forse Oetzi stava fuggendo, ma non sappiamo da dove e da chi.

:: Il suo uccisore voleva forse derubarlo? In questo caso, a vostro parere, che cosa gli avrebbe rubato per prima cosa?
:: Il berretto di pelliccia
:: L’arco non finito
:: L’ascia di rame

Ma forse Oetzi possedeva qualche cosa che valeva molto di più e che egli non portava addosso: il suo gregge. Nell’antichità un gregge ha sempre rappresentato un bene prezioso. Dal nome latino pecus = gregge, mandria, è derivato il termine, sempre latino, pecunia = denaro, perché i capi di bestiame erano considerati oggetti di scambio con merci di vario genere quando non esisteva ancora la moneta. Dunque il furto di un gregge o anche solo di qualche capo di bestiame poteva essere una delle cause possibili della morte di Oetzi.

Su questa morte misteriosa uno storico austriaco formulò un’ ipotesi diversa: egli supponeva che Oetzi fosse inseguito fin dal suo villaggio e che per questo cercasse di rifugiarsi sulla montagna.

:: Ma perché Oetzi sarebbe fuggito dal villaggio? Provate a esaminare le seguenti ipotesi e discutetene in classe.
:: Oetzi poteva aver trasgredito le norme della comunità alla quale apparteneva e per questo motivo sarebbe stato cacciato. Quali azioni poteva aver commesso per meritare una punizione così severa?
:: Il villaggio di Oetzi poteva essere stato attaccato e distrutto. Da chi? Perché?
:: Le cause della morte di Oetzi rimarranno ancora a lungo misteriose?
:: Gli antichi dicevano “La verità è figlia del tempo” Che cosa può voler dire questa frase?