La sera del 7 settembre 1706, al termine della battaglia che aveva liberato Torino dall'assedio dei franco-spagnoli, il Principe Eugenio di Savoia-Soissons e il duca sabaudo Vittorio Amedeo II furono invitati a cena dal Governatore della Città, Virico Daun, per festeggiare la vittoria.
Il pasto che il popolino battezzò la sin-a dij rat (cena dei topi) per le ristrettezze alimentari nelle quali versava la città, fu in realtà un sontuoso ricevimento allestito, in parte, con cibi abbandonati dai francesi in ritirata. La cena si svolse nell'abitazione del Daun, il Palazzo Graneri della Roccia, al numero nove dell'attuale via Bogino. La sala dove avvenne, seppure rinnovata nelle decorazioni, sussiste tuttora. In quella sede storica, il 24 maggio 2003, si svolto il convegno preparatorio alle manifestazioni del terzo centenario dell'assedio di Torino del 1706.
Grazie all'iniziativa di sette Lions Club piemontesi è stata fondata l'Associazione «Torino 1706-2006», alla quale hanno aderito una quarantina di sodalizi culturali. L'Associazione, ottenuto un finanziamento dalla Città di Torino, ha allestito la mostra «Torino 1706 - L'alba di un regno» in due sedi storicamente prestigiose: il Maschio della Cittadella, sede del Museo Nazionale d'Artiglieria, e il Museo «Pietro Micca e dell'Assedio di Torino del 1706». La rassegna è stata inaugurata il 7 settembre 2006, alla presenza del Sindaco di Torino Sergio Chiamparino e di un folto pubblico,
Nel Maschio della Cittadella, l'unica parte esterna della fortezza salvatasi dalla demolizione ottocentesca, un accurato allestimento propone armi, quadri e altri oggetti d'epoca in un affascinante percorso illustrato, che guida il visitatore lungo i difficili anni della guerra di successione al trono di Spagna.
La prima parte dell'esposizione è dedicata alla vita militare e alla situazione politica europea agli inizi del Settecento. Seguono altre sezioni sugli sviluppi del conflitto, che coinvolse il Ducato sabaudo. Vittorio Amedeo II, inizialmente costretto a una difficile alleanza con i francesi, nell'autunno del 1703 ebbe la possibilità di cambiare il fronte, schierandosi dalla parte della Grande Alleanza (Impero Asburgico, Inghilterra e Olanda). Per il suo piccolo stato iniziarono i cosiddetti «tre anni di ferro», caratterizzati da una travolgente avanzata delle truppe francesi verso Torino.
La rassegna ripercorre le tappe di quella avanzata e poi gli episodi della gloriosa resistenza della fortezza di Verrua. Un magnifico plastico (prestito del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte) rappresenta la fortificazione e un ricco apparato iconografico ne illustra il blocco durato sei mesi, prima della resa onorevole. Altri plastici riproducono la linea fortificata tra Chivasso e Castagneto, che arrestò i francesi per altri quaranta giorni.
Si passa poi all'attacco di Torino del 1705, tentato invano dal giovane e inesperto Generale Luigi Francesco d'Aubusson Duca de la Feuillade. La narrazione delle vicende dell'assedio del 1706 trova spazio nella seconda sede della mostra, il Museo «Pietro Micca»; al Maschio il discorso continua con la vittoriosa battaglia del 7 settembre, che liberò la città dall'assedio. Il fatto d'armi è descritto sulla base di grandi e preziosi dipinti provenienti da collezioni private.
Segue il lungo cammino di riconquista delle terre sabaude occupate dai francesi, condotto dal Principe Eugenio e dal Duca Vittorio Amedeo II, futuro re di Sicilia e poi di Sardegna. Di forte interesse è lo spazio dedicato al Piemonte sul mare, con un plastico proveniente da Villefranche, che ne riproduce la famosa rada e la non meno celebre Cittadella.
Dell'assedio del 1706 si tratta in modo specifico al Museo «Pietro Micca» di via Guicciardini 7/a. L'importante pagina di storia torinese rivive attraverso un allestimento che valorizza i plastici, le opere d'arte e i reperti del Museo aggiungendo novità interessanti. Come sempre la visita prosegue nelle gallerie sotterranee, che furono teatro del sacrificio di Pietro Micca e nelle quali un modernissimo allestimento di suoni e luci consente di rivivere la dura vita dei minatori dell'epoca attraverso filmati incisivi e molto realistici.
Nelle sedi dell'esposizione trovano spazio altri quattro brevi, ma intense proiezioni. L'assedio prende vita dalle narrazioni di protagonisti, alle prese con problemi di viveri e di munizioni, di attacchi furiosi da parte degli assedianti e di coraggiose sortite. Il filmato del Museo Pietro Micca propone la toccante narrazione, in piemontese, di un minatore incaricato, con altri soldati, di raccoglierne i resti mortali dell'eroico collega Pietro Micca. La voce è quella inconfondibile di Mario Brusa.
La mostra sarà aperta, con ingresso gratuito, fino al 3 giugno 2007. Le visite dedicate alle scolaresche, guidate da monitori molto preparati, devono essere tassativamente e preventivamente prenotate telefonando al numero: 011/546317.
Altre istituzioni cittadine hanno ricordato l'assedio. L'Archivio Storico della Città ha dedicato all'evento storico una bella mostra nella sede di via Barbaroux. La Regione Piemonte ha organizzato a Palazzo Lascaris una rassegna intitolata: «Torino 1706. Memorie ritrovate. Cronache di un assedio», con distribuzione gratuita di un libretto illustrato per le scuole materne e primarie dedicato a Pietro Micca, intitolato «Lia e la miccia di Passapertutt».
La Quinta Circoscrizione ha aderito, con slancio, alle iniziative del terzo centenario dell'assedio e, nella sede di via Stradella 192, ha presentato una mostra interessante: «La battaglia contesa, l'uso di un mito nello sviluppo di una comunità. Le celebrazioni del 1906 in Borgo Vittoria e alla Madonna di Campagna», poi ha promosso un incontro sul tema e ha invitato il Coro Bajolese per un apprezzato concerto dedicato ai canti dei minatori.
Una mostra piccola, ma illuminante, ha presentato le memorie delle cascine esistenti o esistite nel territorio dell'attuale chiesa di Sant'Ignazio di Loyola. La rassegna ha ricordato, fra l'altro, che dove ora sorge l'Istituto «Sociale» dei Gesuiti (Corso Siracusa, 10/a) c'era la Villa Olivero, residenza del Duca de La Feuillade, il generale che comandava (...a debita distanza) le truppe francesi all'attacco della Cittadella.
Sempre all'Associazione «Torino 1706-2006», si deve l'organizzazione di un congresso avvenuto presso il Centro Incontri della Regione Piemonte dal 29 al 30 settembre 2006, con interventi su una variegata rassegna di temi relativi al periodo storico in esame. Al congresso seguirà la pubblicazione degli atti, che si unirà alla ricca bibliografia costituita dal catalogo illustrato della mostra e da una serie di interessanti volumi patrocinati dall'Associazione.
In uno dei luoghi della battaglia del 1706, presso la cascina Continassa, dall'8 al 10 settembre c'è stato un campo d'arma con centinaia di figuranti in uniformi settecentesche provenienti da diverse nazioni europee, autori di atti tattici in memoria della battaglia di Torino del 7 settembre 1706 e di una pittoresca sfilata nelle vie del centro cittadino.
Non è stata trascurata l'organizzazione di eventi teatrali e musicali per rendere suggestivo il periodo dei festeggiamenti commemorativi. Le Marionette Grilli hanno messo in scena, al Teatro Alfa, un vivace spettacolo, che ha presentato un baldo Gianduia, amico di Pietro Micca e coraggioso combattente. La sera del 10 settembre, a Superga, la Badia Corale Val Chisone ha eseguito uno stupendo concerto con musiche antiche e bellissimi testi composti da Giovanni Bonino.
Le manifestazioni di settembre si sono chiuse, la sera di sabato 30, nella sala del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con la commovente Cantata di Claudio Mantovani per orchestra, soli e voce recitante, intitolata «1706». Un suggello perfetto alle numerose iniziative condotte per celebrare degnamente il terzo centenario dell'assedio di Torino.
Piergiuseppe Menietti
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