La storia e l'opera dell'Associazione "N. Tommaseo"

Continuiamo la pubblicazione di testimonianze dei soci dell’AMNT con questi scritti che raccontano la vita e l’opera della Niccolò Tommaseo.Verso il Colle del Sestriere

Un folto gruppo di soci dell'Associazione e di allievi del Corso di preparazione ai Concorsi magistrali hanno allegramente preso il via di buon mattino verso il Colle del Sestriere. La giornata è stata favorevole ai quarantanove allegri partecipanti: peccato che... il cinquantesimo sia dovuto rimanere... a terra: non perché il torpedone fosse stracarico, ma perché il morbido letto di casa gli ha fatto prolungare il sonno di troppi minuti.

Durante il viaggio sono stati sorteggiati tra i partecipanti numerosi “Cinzanini” ed alcune ottime bottiglie di vino vecchio, gentilmente offerte dal ristorante “La Lanterna” di Torino.

Tra canti allegri e qualche irresistibile “bevuta” mattutina si è giunti al Sestriere, ove alle 10,30 si è ascoltata la Messa nella chiesetta di S. Edoardo. Poi sono cominciate le sciate a rompicollo ed i capitomboli dei principianti: c'era da divertirsi un mondo anche per coloro che non sciavano. Funivie, pattinaggio, canti spensierati, fantocci di neve, battaglie incruente a base di candide palle in un sole meraviglioso hanno riempito la giornata.

Al ritorno a Torino tutti si sono lasciati nella speranza di ritrovarsi presto in una prossima gita della “Tommaseo”.

1956: gita sociale a Pontechianale

Un folto gruppo di soci e di simpatizzanti hanno voluto chiudere l'anno scolastico con una gita nelle alte valli di Cuneo: meta suggestiva: Ponte Chianale ad oltre 1.200 metri s.m.

Quando i gitanti si trovarono alla partenza, furono salutati da un acquazzone e da un cielo bigio che non prometteva nulla di buono. Non di meno argentini canti si elevarono al cielo quando, rombando, l'accogliente pullman solcò le pozzanghere cittadine, puntando in direzione di Saluzzo.

Si squarciarono un tantino le nubi quando, lasciata dietro la provincia di Torino, ci si inoltrò verso la “provincia grande”, ma per poco: fu un fugace saluto ai torinesi che arrivavano da tanto lontano. Saluzzo, Verzuolo, Sampejre conobbero ancora i nostri canti e la nostra allegria.

Ed ecco Ponte Chianale. Sui pendii luccicavano i narcisi; i botton d'oro si celavano fra l'erba rigogliosa, le genzianelle e le viole. Uno sparuto gruppo di audaci gitanti si spinse verso le più alte vette e non tornò che nel meriggio avanzato, ricacciato da una pioggerellina autunnale e noiosa, gioia e delizia di medici e di farmacisti.

Alle ore sedici si riparte per la valle. Dopo Saluzzo visitammo l'Abbazia di Staffarda, un tempo opulenta ed ora meta di visitatori incantati dalla austerità dei monumenti.

La pioggia, l'eterna nemica, ora insistente ancora, ci ricacciava verso Torino.

Mario Manfredi