Altre voci

Pubblichiamo qui di seguito un contributo del segretario provinciale di Torino della CISL Scuola, Andrea Colombo.

Contratto: non tutto, ma qualcosa può!

A volte quando penso al Contratto mi viene in mente l'aggettivo e così mi appare il personale coinvolto. Abbiamo invece bisogno di riaprirci convinti che l'operato quotidiano nelle scuole è più che mai un'azione sociale di grande prestigio e consapevoli che i grandi traguardi sono il risultato di fatiche ripetute, anche nascoste, delle pazienti capacità di osservazione-ascolto-dialogo-mediazione - analisi-progettazione-realizzazione- valutazione.

Il Contratto - inteso invece come sostantivo - è uno strumento costituito da elementi retributivi e di tutela delle condizioni di lavoro e per i lavoratori della scuola rappresentato anche la concretezza dell'applicazione quotidiana degli elementi di riforma (un tempo scaturenti più dal basso, oggi prevalentemente da Commissioni ministeriali).

Ricordo però solo un contratto, negli ultimi vent'anni, in grado di configurare elementi di stabilità temporali ed è stato quello del 1995 quando si cercava di uscire dalle derive della corruzione politica e sociale e di darsi una conformazione più moderna basata sul principio della responsabilità individuale. Quel contratto spostava il rapporto di lavoro sul piano della giurisdizione del privato rafforzando elementi di dignità del lavoro e del lavoratore liberandolo - il rapporto di lavoro - dai vincoli di infantile subordinazione gerarchica a circolari e interpretazioni univoche. Dopo purtroppo abbiamo assistito a rincorse di bienni economici in scadenza, a rinnovi quadriennali normativi in bilico costante tra conservazione e innovazione sotto la pressione di interventi legislativi a volontà (alcuni sensati e altri sconsiderati) a desideri e aspettative di parte e controparte inversamente proporzionale alle risorse messe a disposizione. Anche quest'ultimo rinnovo contrattuale ricalca il quadro delineato con l'aggiunta di altri elementi:

* ci vogliono 3 Leggi Finanziarie per coprire 2 anni di recupero salariale rispetto all'inflazione programmata;
* ci sono tre sequenze contrattuali di non poco conto (Fondo d'Istituto; ridefinizione profili e inquadramento personale ATA; norme disciplinari personale Docente) che, sebbene rappresentino una strategia che condivido di rinvio piuttosto che di assunzione di decisioni affrettate su materie delicate, caratterizzano come non stabili le condizioni attuali (la strategia sarà vincente se i tempi non saranno lunghi altrimenti si rivelerà un boomerang);
* la piattaforma sindacale presentata dopo 17 mesi dall'inizio del biennio.

Forse tutto questo significa che è aumentato ancora il livello di complessità di gestione del sistema anche se non vuol dire automaticamente che i problemi siano più difficili di quelli d'un tempo. Però questo quadro rischia di fornire un alibi al disorientamento della categoria mentre invece dovrebbe avvenire l'opposto in una fase storica in cui chi ha costruito "la scuola attiva" (definizione semplicistica ma evocativa) sta passando il testimone e si assiste a un cambiamento generazionale nei Collegi dei Docenti: sentire e vivere un maggior coinvolgimento personale per partecipare alla realizzazione di scelte condivise ed efficaci.

Se può esser scontato dire che il Contratto da solo non può tutto, ho anche imparato però che certe affermazioni di principio in esso contenute sono in grado di orientare l'azione quotidiana individuale e collettiva verso una prospettiva nuova. Ad esempio aver inserito nel profilo docente le parti che riguardano la ricerca e la sperimentazione oppure aver scritto che prioritariamente le risorse del Fondo d'Istituto devono riconoscere le attività che hanno una ricaduta diretta sul lavoro d'aula rappresentano da un lato risposte a esagerazioni oggi in atto (ci sono scuole dove il 60% del Fondo viene assorbito da incarichi organizzativi e solo l'altra parte viene indirizzata per le attività didattiche) e dall'altro l'impegno ad assumere organicamente sensibilità e azioni oggi vissute in modo estemporaneo.

Se i Collegi Docenti, le Contrattazioni d'Istituto, gli interventi legislativi di modifica e riforma di ordinamenti e contenuti utilizzeranno gli elementi di novità citati, avremo senz'altro alcuni miglioramenti evidenti nella stima di sé del personale, nella considerazione sociale del ruolo con conseguente miglioramento dell'azione educativo-didattica.

Solo così penso che si potranno tracciare nuovi percorsi di sviluppo salariale perché si passerà finalmente dal piano del soggetto incompreso "mi paghi poco ma non sai quanto mi costa, anche in termini di salute, questo lavoro" al piano del soggetto qualificato "ti pago bene perché quello che fai è importante per la società"!

Andrea Colombo
(Segretario Provinciale CISL-Scuola)