Piangersi addosso

di Gianluigi Camera

Mi capita sovente di parlare agli insegnanti, in gruppo o singolarmente.

Inevitabilmente il discorso scivola sui problemi della scuola. La lingua batte… Ed affiorano le tristezze del momento: gli alunni sempre più difficili, l'aggressività delle famiglie, la scarsa considerazione di un mestiere sempre più stressante. È il muro del pianto. Accorato, tragico, realistico, ora in tono drammatico, ora velato di malinconia. Ti senti come investito da uno tsunami di frustrazioni, di impotenza, di disincantata attesa di una palingenesi che non avverrà.

Sei come disarmato, incapace di dare risposte, di suggerire soluzioni che vadano al di là di convenzionali parole d’occasione.
Dopo, a casa, interroghi la tua esperienza e la memoria ti suggerisce riflessioni che solo il pudore di sembrare retorico o moralista o banalmente ottimista ti ha impedito di trasmettere. Provo a metterle per iscritto, nella speranza che questa forma superi l'imbarazzo di una comunicazione orale e conservi la delicata riservatezza della pagina scritta che in silenzio interpella e non pretende l'ascolto.

Sono certamente vere e fondate le lamentele. Ma…

La scuola è il luogo in cui si lavora con la vita, per la vita.

La vita è tragicamente vera, immancabilmente sublime.

Non ammette scorciatoie, soste, alternative alla sua crescita. Per un insegnante, come per tutti, la vita è un miracolo che quotidianamente si ripete, ci interroga, ci sollecita, prima e al di sopra di ogni difficoltà.

Oggi, come ieri, gli alunni hanno bisogno di te, insegnante. Hanno bisogno della tua autorevolezza, della tua attenzione, del tuo entusiasmo, del tuo esempio, del tuo rigore morale, ancor più che dei sussidi didattici e delle metodologie d'avanguardia.

Te lo fanno capire in ogni modo, anche col rifiuto, con l'indisciplina, con la provocazione. Solo tu sei chiamato a garantire una relazione educativa che per essere autentica e totale ha bisogno che tu creda in quello che fai e faccia quello in cui credi. Qui sta il segreto per costruire una vita Quello che tu non riesci a fare nessuno potrà farlo al tuo posto.

Nella tua classe con quell'alunno tu sei unico e insostituibile.

Prova ancora una volta a pensarlo, sforzati di essere così e asciugati le lacrime. E pretendi e lotta perché anche in altre, diverse sedi si faccia quanto di loro competenza.