di Fabrizio Ferrari
Recentemente è stato pubblicato uno studio che ha allarmato la società inglese: ogni laureato contribuisce all’economia del proprio paese circa 10 volte tanto quanto è la spesa sostenuta per averlo portato alla laurea. Le preoccupazioni del Regno Unito sono legate al rapido sorpasso in numero di laureati che nazioni come India e Cina stanno operando. Se il Regno Unito non sarà in grado di aumentare le percentuali di laureati il lavoro si sposterà altrove e con esso la ricchezza. Lo studio ha analizzato i nodi cruciali che portano all’abbandono scolastico e messo in evidenza le criticità del sistema formativo.
Lo studio inglese è molto interessante e, chiaramente, non è valido solo per Il Regno Unito.
La ricchezza prodotta dai laureati è un importante paradigma da tenere presente per la nostra nazione. Il problema della percentuale di laureati che fuggono all’estero con il loro patrimonio di competenze e intelligenze, sommato al problema della dispersione scolastica, andrebbe risolutamente combattuto, quanto meno per un tornaconto economico.
Speriamo che il nostro ministro, così attento alle innovazioni tecnologiche della scuola, non si lasci sfuggire questo importante studio e sappia comprendere l’importanza che riveste la formazione per il futuro della nostra società.
Oggi tutti i politici sono impegnati a studiare misure restrittive in grado di far fronte al presente tagliando spese e servizi, ma senza badare alle speculazioni finanziarie di un'economia in grave crisi d’identità, preoccupata solo del profitto ad ogni costo. Forse un briciolo di responsabilità in più non guasterebbe, vista la disoccupazione giovanile a livelli emergenziali, la dispersione scolastica in continua crescita e i livelli di apprendimento OCSE-PISA non lusinghieri.
Investire nel futuro, creare le condizioni per cui le intelligenze non debbano migrare ma possano trovare nel paese d'origine la giusta valorizzazione a vantaggio di tutta la società, dovrebbe essere il compito fissato per il prossimo decennio nell’agenda politica.
Nessuno può dire quali saranno le decisioni future, ma speriamo che gli attuali politici siano in grado, come dei bravi nonni, di pensare al bene dei nipoti.
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