di Luciano Rosboch
"I63SZ DR2PJ 4654D GMCWV YYEUC" questa strana successione di 25 caratteri e numeri non è altro che una delle due parole chiave, rese pubbliche dal "Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca" mercoledì 20 giugno e giovedì 21, le quali hanno permesso di "aprire" i plichi telematici contenenti le tracce delle prove scritte dell'Esame di Maturità del corrente anno scolastico.
Di questa epocale rivoluzione, che ha riguardato il mondo della nostra scuola, hanno parlato tutti i media: infatti, grazie alle nuove tecnologie ma soprattutto alla volontà di sperimentazione del nuovo Ministro Francesco Profumo (tra l'altro recente ex rettore del Politecnico di Torino), si è decretata la fine di una procedura ritenuta inossidabile per diversi decenni, che prevedeva la stampa centralizzata a Roma dei plichi cartacei da far pervenire, in forma protetta e sicura, ai diversi Presidenti di commissione di esame.
Tale "liturgia" coinvolgeva a vario titolo i diversi enti scolastici preposti (uffici provinciali, provveditorati agli studi, ecc.) e non ultimo le forze di pubblica sicurezza (polizia e carabinieri), che dovevano custodire nei loro siti le preziose buste e consegnarle alle scuole solo pochi istanti prima dell'inizio delle prove.
Considerato che quest'anno gli studenti candidati all'esame di Stato sono per la precisione 497.310 e le Commissioni insediate in tutt'Italia 12.361; le due prove scritte di competenza ministeriale, secondo la vecchia metodologia, avrebbero richiesto per la Penisola più di 12.000 plichi cartacei, contenenti ciascuno due buste relative alle due prove.
Questa evoluzione è certamente dovuta all'Information Technology, che impiega reti protette e riservate, capaci di salvaguardare le informazioni, e all'utilizzo di sistemi crittografici potenti (basati su algoritmi matematici progettati e sperimentati in ambiti internazionali), capaci di rendere estremamente difficile la messa in chiaro da parte di eventuali hacker - ormai pronti e preparati a tutto. Teniamo presente, inoltre, che la permanenza del "plico telematico" nei computer degli istituti sede di esame è limitato a pochi giorni: infatti, il trasferimento tra la sede centrale e le sedi periferiche avviene (ovviamente in forma protetta da ulteriori password) solo nei giorni immediatamente precedenti le prove di esame.
Come diplomato perito elettrotecnico nell'anno scolastico 1968/1969 - primo anno della riforma sperimentale dell'esame di Maturità dell'allora Ministro Fiorentino Sullo (esperimento che, come da italica tradizione, è poi durato per circa 30 anni) - ricordo ancora il momento dell'apertura ufficiale delle buste ministeriali, con tanto di studenti chiamati a testimoni, e la successiva dettatura dei temi (sia di italiano sia di elettrotecnica, nel mio caso); a quel tempo infatti le fotocopiatrici erano "macchine preziose e rare" e i temi venivano semplicemente dettati o scritti sulla lavagna. Mentre ripensavo a quei momenti il Ministro rendeva pubblica la password niente meno che da Shangai, località nella quale si trovava per una visita ufficiale.
Ritornando ad oggi, ancora un passo potrà essere compiuto nei prossimi anni: eliminare la carta. Pensiamo per un momento solo alla traccia della prova di italiano: essa è costituita da 6 pagine di testo che, fotocopiate per i circa 500.000 candidati, richiede circa 3 milioni di fogli A4 (in altre parole 6.000 risme di carta!). In un futuro forse prossimo possiamo pensare ad una "maturità 2.0plus", dove studenti dotati di PC o di altri ausili informatici elaboreranno l'ennesima traduzione dal greco, ma questa sarà un'altra rivoluzione...
Per ora accontentiamoci e pensiamo alle centinaia di migliaia di euro risparmiati che in tempi di ferree "spending review" non è proprio male.
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