Pubblichiamo qui di seguito un documento a firma Carmelo Varcaiuolo, consigliere Provinciale ENAM Torino del sindacato CISL Scuola, relativo alla difficile situazione ENAM.Situazione ENAM
Nel corso dell’ultima seduta del Comitato Provinciale di Torino si è trattato delle problematiche di "liquidità" dell’Ente.
Ricordiamo che per effetto della Finanziaria 2005 l’Enam è rimasto intrappolato in un vincolo che ne limitava fortemente le possibilità di spesa fino al 2006 pur essendoci i fondi.
Il tutto è stato prorogato dal Decreto Bersani dello scorso luglio fino al 2009.
L’immediata conseguenza è stata quella di rallentare fortemente le erogazioni richieste legittimamente dagli Iscritti; a Torino con gli ultimi fondi pervenuti si riuscirà a liquidare le istanze presentate fino a maggio– giugno 2006; tenendo conto che le domande di luglio–agosto erano pochissime, di fatto si arriverà a settembre. Si viaggia quindi con circa 8/10 mesi di ritardo.
Certo, i tempi della burocrazia in genere sono molto più lunghi, ma il periodo di attesa sembra comunque enorme se si pensa che l’Ente gode di buona salute (i finanziamenti, essendo ricavati dalle trattenute obbligatorie in busta paga, sono costanti) e che fino a un paio di anni fa i tempi erano notevolmente più corti.
E la meritoria fatica degli operatori della Sede Provinciale a "contenere" le legittime pressioni dei richiedenti inizia ad essere sfibrante…. In ultima istanza va anche ricordato che il M.E.F. ha respinto la delibera n. 36 del 21/12/2006 con cui si chiedeva un prelevamento di circa 9 milioni di euro per risanare il disavanzo 2006; il M.E.F. ha ribadito quanto previsto dalla Finanziaria 2005 (i limiti di spesa di cui all’art. 1, c. 57) e dal Decreto Bersani 2006 (per ottenere deroga a tali limiti si dovrebbe versare analoga quota alle casse dello Stato : il colpo di grazia !).
In ogni caso eventuali richieste di "anticipo" potranno essere avanzate solo dopo l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2006 , previsto per il 30/5 p.v.. Il neo–Presidente Nazionale, Ciro Di Francia , ha di recente proposto due linee di azione:
* di carattere politico: pressioni e incontri col Governo, eventuale ricorso al Tar;
* di carattere gestionale: contenimento della spesa attraverso l’eliminazione della spesa dei farmaci, introduzione Isee come meccanismo di controllo, innalzamento delle franchigie, sospensione soggiorni all’estero, eliminazione studentato di Ostia e vendita della casa di Giulianova (le spese di queste due strutture erano ormai diventate insostenibili e per nulla redditizie); ipotesi (dal 2008) di sospendere le prestazioni "climatiche" (soggiorni).
Intanto, a decorrere dal 2 aprile ‘07, sono sospese le richieste di prestazioni istituzionali; ogni Comitato dovrà ovviamente ricevere e protocollare tutte le pratiche pervenute, ma archiviarle e trattarle a data da destinarsi.
Come Comitato Provinciale apprezziamo lo sforzo e la volontà di "riaggiustare" il tiro e di tutelare l’Ente, ma non vorremmo che dietro a questo blocco "istituzionale" dell’Ente – che, ribadiamo, si autofinanzia – ci fosse la volontà di razionalizzarne la gestione economico/contabile per ricavarne denaro da investire nella finanza pubblica.
Se siamo i primi a sostenere che nella spesa "sanitaria" andrebbero reintrodotti alcuni paletti (es eliminazione rimborso scontrini), non condividiamo assolutamente l’ipotesi d’innalzamento delle franchigie così come proposto dalla Commissione Sanitaria; ci pare assai sproporzionato e viene presentato in un momento di estrema difficoltà, tanto da farlo apparire come una sorta di "prezzo da pagare", in cambio di un’eventuale sblocco della situazione economica.
Se in un secondo momento l’Ente vorrà riproporre tali modifiche sia liberissimo di farlo, ma senza avere sul collo la mannaia del "ricatto per la sopravvivenza".
Come Comitato Provinciale abbiamo chiesto al ns. Presidente di rendere nota questa posizione alla prossima Assemblea dei Coordinatori Regionali (3 maggio) e altresì di chiedere al Presidente Nazionale un ‘assemblea straordinaria con tutti i Consiglieri Provinciali , almeno del Nord Italia, entro giugno.
Qualcuno dovrebbe comunque spiegarci il perchè di tanto accanimento contro un Ente che allo Stato non costa assolutamente nulla. Ma la verità forse è proprio qui; comincia a sorgere il sospetto che essendo una forma di SOLIDARIETA’ ATTIVA senza costi, ma soprattutto non produce rendite/utili e dividendi di alcun tipo, dia fastidio a qualcuno, proprio perchè non rispetta la logica mercantile del "tutto deve avere un costo ed un guadagno".
A questo punto chiediamo a tutta la categoria di "mobilitarsi" per difendere uno degli ultimi baluardi di un settore, quello della scuola, che dovrebbe essere fedele alle forme di sussidarietà e contrario a quelle di "libero mercato".
Anche per questo ci impegniamo perchè nelle nostre OO.SS. di appartenenza si prenda posizione sull’intera vicenda, a partire dalle prossime iniziative di mobilitazione (CCNL, Organici, Previdenza).
Carmelo Varcaiuolo
CISL Scuola
- Versione adatta alla stampa
- 3572 letture