UNICEF

Pubblichiamo di seguito un testo informativo riguardante l'opera dell'UNICEF, curato dall'insegnante Luciana D'Amico, membro del Direttivo della nostra Associazione e tuttora volontaria attiva UNICEF. Il suo impegno presso le scuole materne ed elementari è mirato alla sensibilizzazione degli alunni e dei docenti sui problemi dello sviluppo, della malnutrizione e dell'emergenza sanitaria nei Paesi del Terzo Mondo, in particolare nel Corno d'Africa. Ella contribuisce con altri volontari a diffondere la conoscenza della Convenzione dei Diritti dei Minori, cui l'opera dell'UNICEF si ispira, e le molteplici attività promosse dalla stessa Organizzazione Mondiale per il reperimento di fondi a sostegno dei progetti in aiuto alle zone depresse. Il compito svolto dai volontari nelle scuole è utilissimo non solo per i ragazzi ma anche per gli insegnanti, che non sempre sono correttamente informati sui dati di un disagio reale e increscioso, sulla concreta solidarietà già avviata per offrire sostegno e sulla possibilità di parteciparvi anche noi, sia pure con un gesto minimo come l'acquisto di una bambolina di stoffa.

L'UNICEF Internazionale

Istituito dall'Assemblea Generale dell'ONU l'11 dicembre 1946 come Fondo di emergenza per assistere i bambini dei paesi europei (Italia inclusa) nella fase post-bellica, nel 1953 l'UNICEF è divenuto permanente con un mandato rivolto all'infanzia di Africa, Asia e America Latina.
Pur avendo Statuto semi-autonomo, l'UNICEF è parte integrante dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e opera oggi in 156 Paesi e territori (in via di sviluppo ed emergenti) con programmi di assistenza diretta, e in 36 Paesi industrializzati con i Comitati Nazionali, dediti alla raccolta di fondi e alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
La struttura internazionale dell'UNICEF si articola in Uffici regionali, Uffici sul campo e Sedi internazionali - tra cui i "quartier generali" di New York e Ginevra, la Supply Division (il centro logistico globale dell'organizzazione) a Copenaghen e l'Innocenti Research Center (IRC), cuore degli studi e delle ricerche internazionali sull'infanzia, sito a Firenze.
L'UNICEF è governato da un Consiglio di Amministrazione composto da 36 Stati membri, per 2/3 rappresentanti di Paesi beneficiari dei programmi per l'infanzia, e da un Direttore esecutivo (dal 1 maggio 2010 ricopre questa carica Anthony Lake).
Il Consiglio di Amministrazione indica le linee strategiche dell'organizzazione, ne verifica i programmi e ne approva i bilanci.
Il Direttore, nominato dal Segretario Generale dell'ONU d'intesa con il Consiglio, gestisce l'amministrazione e il personale e rappresenta l'organizzazione all'esterno.
Nel 1965 l'UNICEF è stato insignito del Premio Nobel per la Pace quale riconoscimento per la sua incessante attività in difesa dei diritti umani nei conflitti armati.

Il comitato Italiano per l'UNICEF

Il Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus (spesso abbreviato in UNICEF Italia) è parte integrante della struttura globale dell'UNICEF - Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, l'organo sussidiario dell'ONU che ha il mandato di tutelare e promuovere i diritti di bambine, bambini e adolescenti (0 - 18 anni) in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Peculiarità della nostra organizzazione è dunque di essere al tempo stesso Organizzazione non governativa (ONG) collocata nel panorama italiano del Terzo Settore, e rappresentante di un programma inter-governativo delle Nazioni Unite. In quanto ONG, l'UNICEF Italia gode anche dello status di Onlus - Organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
Dal 1974 il Comitato Italiano opera nel nostro paese a nome e per conto dell'UNICEF, sulla base di un Accordo di Cooperazione stipulato con l'UNICEF Internazionale e secondo una pianificazione congiunta e continuativa delle proprie attività il cui strumento principale è il Joint Strategic Programme (JSP), rinnovato con cadenza triennale.
In armonia con il resto dell'organizzazione, anche l'azione dell'UNICEF Italia si ispira ai principi della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Riferimento costante dell'UNICEF per orientare la propria azione è la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
Costruita armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.
Essa prevede anche un meccanismo di controllo sull'operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull'attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio.
La Convenzione è rapidamente divenuta il trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati. Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione.
La Convenzione è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sui bambini in guerra e sullo sfruttamento sessuale).
Sono quattro i suoi principi fondamentali:
Non discriminazione (art. 2): impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti sanciti dalla Convenzione a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori.
Superiore interesse del bambino (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, deve godere di considerazione preminente l'interesse del minore.
Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6).
Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
L'Italia ha ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell'Infanzia quattro Rapporti.
Il Comitato Italiano per I'UNICEF si articola in una struttura professionale e in una rete di volontari presenti in modo capillare sull'intero territorio nazionale.

I volontari

I volontari del Comitato Italiano per l'UNICEF sono persone che offrono gratuitamente il proprio impegno e le proprie competenze professionali e umane per sensibilizzare la società civile sulla missione dell'UNICEF e su politiche e azioni intraprese per realizzarla.
Al 31 dicembre 2010 gli iscritti all'Albo dei Volontari dell'UNICEF erano 2.583. Molti altri, non registrati nell'Albo, collaborano in maniera occasionale alle attività sul territorio.
I volontari svolgono la propria attività presso i Comitati provinciali e regionali dell'UNICEF Italia.
La loro distribuzione geografica riflette una diffusione piuttosto omogenea fra le diverse aree del Paese. Con 310 unità, la Lombardia è la regione che registra il maggior numero di volontari iscritti all'Albo.
Tutti i volontari hanno sottoscritto la Carta dei Valori quale testimonianza del proprio impegno a condividere i valori e la missione dell'UNICEF. Nello svolgimento delle loro attività a contatto con il pubblico ogni volontario iscritto all'Albo è riconoscibile con un tesserino nominativo.
I volontari sono in larga maggioranza donne.
Dal punto di vista demografico, i volontari e le volontarie dell'UNICEF Italia si caratterizzano per un'età media tra 45 e i 50 anni. I volontari di età compresa tra 14 e 30 anni sono inclusi nel movimento giovanile Younicef.

Programmi di sviluppo

Buona parte delle risorse raccolte dall'UNICEF Italia vengono destinate ai programmi di sviluppo umano a medio e lungo termine nei 156 Paesi e territori in cui la nostra organizzazione opera. Si tratta delle cosiddette "risorse regolari", ossia le donazioni libere da vincoli di destinazione, che per questa ragione l'UNICEF può utilizzare con la massima flessibilità, quando e dove risultino più necessarie.
Tali fondi hanno un ruolo cruciale per l'UNICEF, poiché permettono di operare continuativamente ovunque, controbilanciando i possibili squilibri nell'equa ripartizione delle risorse - che potrebbero verificarsi quando alcuni paesi e programmi ricevessero un minor apporto di risorse finalizzate dai donatori - o di rispondere a situazioni improvvise che richiedano risorse immediate, ma anche per sostenere i costi organizzativi della sua azione e dunque la presenza e radicamento dell'UNICEF nel mondo.

Luciana D'Amico