Da un po' di tempo mi sto occupando di autovalutazione nella scuola.
Ho iniziato anni fa come referente per l'Invalsi nel mio Circolo Didattico e succes sivamente ho approfondito le mie conoscen ze sulla valutazione e autovalutazione d'i stituto tant'è che dallo scorso anno scolasti co partecipo ad gruppo di lavoro promosso dall'Associazione Tommaseo, che ha predi sposto un interessante questionario sull'au tovalutazione della professionalità docente da sperimentare in alcune scuole nel corren te anno scolastico.
Riflettevo sul fatto che, pur avendo intra preso questo percorso del tutto casualmen te, ora più mi addentro nella materia più au menta il mio interesse. E mi chiedo perchè.
Sono diverse le possibili risposte a questa domanda.
Una riguarda la mia deontologia profes sionale e quindi, tra gli impegni che ritengo doverosi, la lettura attenta del testo delle in dicazioni per il curricolo predisposto dal Ministero della Pubblica Istruzione che, nel paragrafo dedicato alla valutazione, recita quanto segue: "Alle singole istituzioni sco lastiche spetta poi la responsabilità dell'au tovalutazione, che ha la funzione di intro durre modalità riflessive sull'intera organiz zazione dell'offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglio ramento..."
Il 21 settembre 2007 il Presidente del Consiglio Prodi con il Ministro della Pubbli ca Istruzione Fioroni e il Ministro dell'Eco nomia e delle Finanze PadoaSchioppa han no presentato il "Quaderno bianco sulla scuola". Un gruppo di esperti dei due Ministeri ha effettuato la ricognizione sulla situazione della scuola in Italia, evidenzian do punti forti e punti deboli e individuando possibili soluzioni.
Secondo i risultati delle indagini nazio nali e internazionali, tra i fattori che concor rono a migliorare i risultati della scuola ha un peso rilevante positivo "l'autonomia del le scuole se accompagnata da monitoraggio e valutazione".
Di grande interesse sono i numerosi studi sulla valutazione nelle scuole di molti esper ti come ad esempio il professor David Nevo dell'università di Tel Aviv, che ha incentrato le sue recenti ricerche sulla combinazione tra valutazione esterna e interna e sull'auto valutazione come momento istituzionale.
D'altra parte sono molte le esperienze di autovalutazione in Europa, dalla Catalogna alla Norvegia, e in Italia, cito per tutte il pro getto AVIMES e colgo l'occasione per consi gliare la lettura del testo "L'autovalutazione nella scuola" a cura di Giovanna Barzanò, Silvana Mosca, Jaap Scheerens.
Tutto ciò mi serve per arricchire di con tenuti culturali e professionali il mio modo di esercitare la professione docente. Ritengo che l'autovalutazione non sia un'incomben za in più scollegata dal lavoro scolastico, ma una buona pratica quotidiana che si svi luppa attraverso la valutazione giornaliera della lezione svolta, il confronto con i colle ghi sulla relazione con gli alunni o sul pro gramma.
Recentemente durante una lezione ho tracciato erroneamente una linea con la ma tita sul quaderno di un mio alunnno di pri ma che poi ho subito cancellato. Giorgio mi ha guardata con grande stupore, ha sospira to, poi rivogendosi alla compagna ha detto: "Anche le maestre sbagliano."
Certo Giorgio, anche la tua maestra può sbagliare e ne è consapevole, per questo mette in atto diverse strategie per porre ri medio ai possibili errori, attraverso il conti nuo confronto con l'istituzione, i colleghi, i genitori e attraverso la formazione e l'au toaggiornamento.
L'autovalutazione è uno strumento effi cace con il quale l' insegnante può approfon dire l'analisi e la riflessione sulla propria pratica didattica per migliorarne l'efficacia.
Ciò aumenta la consapevolezza e favorisce l'elaborazione di nuove e migliori strategie educative e didattiche, aumentando la capa cità di confronto con i colleghi e favorendo i rapporti con le famiglie e gli alunni nonchè l'apertura al mondo esterno.
Tutti questi mi sembrano buoni motivi per dire sì all'autovalutazione, da conside rarsi come lo stadio di un percorso attivato dall'istituzione scolastica che, partendo dal la riflessione personale dei singoli docenti, procede raccogliendo dati il più possibile misurabili e comparabili per capire cosa e quanto la scuola faccia per il piccolo Giorgio.
Patrizia Rainoldi
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